Perché i denti fanno male?

L'ipersensibilità dentinale è un sintomo spesso sottovalutato. È dovuta all’esposizione della dentina ossia di quella sostanza compresa tra lo smalto, il cemento alla radice del dente e la polpa. Si tratta di un materiale poroso di colore giallognolo composto per il 45% da materiale inorganico, per il 33% da materiale organico e per il 22% da acqua.

A causa di fattori traumatici abrasivi (spazzolamento errato), erosivi (sostanze acide) o patologici (paradontite) la dentina può perdere la copertura dello smalto superiore oppure della gengiva a livello radicolare. Quando ciò avviene, la dentina risponde con il dolore a stimoli di varia natura (termici, chimici, tattili od osmotici).

L’ipersensibilità può sopravvenire a qualsiasi età ma c’è una maggiore prevalenza nella popolazione tra i 20 e i 40 anni di età e nelle donne più che negli uomini.



Sintomi



Poiché la dentina è attraversata da tubuli che contengono fibre nervose, la sua esposizione potrebbe provocare forti fitte di dolore localizzabili su uno o più denti anche in assenza di carie. Può essere avvertita non solo per l’effetto di stimoli termici (comunemente freddi) ma anche per il contatto con sostanze agrodolci, per sollecitazioni tattili o infine, nei casi più gravi, per la sola aria inspirata dalla bocca. Le fitte possono sopraggiungere:

  • Mangiando cibi freddi

  • Mangiando cibi caldi

  • Mangiando dolci

  • Inspirando aria fredda



Cause



I fattori che predispongono all'ipersensibilità sono vari:

  • Abrasioni: sono dovute a uno spazzolamento scorretto unitamente all’uso di dentifrici abrasivi e spazzolini di cattiva qualità. Queste abitudini scorrette provocano una progressiva abrasione dello smalto, soprattutto a livello del colletto dei denti dove la retrazione del tessuto gengivale espone il tessuto dentinale sottostante

  • Erosioni: sono dovute ad un eccessivo consumo di bevande o alimenti acidi che potrebbero erodere lo smalto ed esporre la dentina sottostante. Acidi e placca, inoltre, tendono ad esporre più velocemente i tubuli dentinali aumentando il dolore. Il medesimo meccanismo si verifica anche nei soggetti affetti da disturbi del comportamento alimentare (anoressia, bulimia), a causa del pH acido del vomito, e nei pazienti affetti da reflusso gastro-esofageo per l’azione continua del contenuto gastrico acido sui tessuti dentari

  • Parafunzioni: un insieme di attività della muscolatura volontaria potenzialmente dannose. Sono esempi di parafunzioni il bruxismo (digrignamento e serramento dei denti), il succhiamento del pollice e il posizionamento anormale della mandibola

  • Iatrogenesi: ovvero tutti quegli effetti collaterali dovuti a farmaci o a trattamenti medici errati. Sbiancamenti professionali, terapie parodontali come le levigature radicolari o la chirurgia resettiva, oppure procedure di protesi quali la preparazione di monconi per corone, possono causare l'ipersensibilità



Prevenzione e rimedi



Per prevenire la sensibilità dentinale potrebbe essere utile:

  • Imparare a spazzolare i denti senza creare traumi

  • Usare dentifrici adatti ai denti sensibili

  • Cambiare la durezza delle setole del proprio spazzolino

  • Limitare il consumo di cibi acidi

  • Sottoporsi ad una pulizia dei denti periodica (mai meno di una volta all'anno)

Le terapie professionali prevedono, invece, l’impiego di principi attivi che contrastino l’insorgenza dell’ipersensibilità attraverso il sigillo dei tubuli dentinali:

  • Fluoruro di sodio e fluoruro stannoso in soluzioni o gel da applicare sull’area interessata

  • Nitrato di potassio

  • Fosfato di calcio e idrossido di calcio

  • Resine e adesivi nei casi di ipersensibilità specifica e localizzata

  • Idrossinanoapatite

Il consiglio, come sempre, è quello di rivolgersi al proprio farmacista di fiducia. Importante è anche effettuare una visita odontoiatrica.